Audio

Pubblicato il Dicembre 30th, 2017 | by Pierluigi Romagnoli

0

Mauno – Tuning (2017)

Tracklist
Lato A
1. Or Just
2. Tuning
3. Hand
4. Other Bad
5. Keys
6. How Long
7. Com

Lato B
1. Anything Anymore
2. P.S.
3. Ditch
4. Shy Shep
5. Decide
6. Pigeon
7. Helah

Etichetta Idée Fixe/LP

Durata 16’51” + 13’37”

Personell
Nick Everett (guitar, vocals) ● Eliza Niemi (bass, vocals, cello) ● Adam White (drums) ● Scott Boudreau (guitar)

Pop sperimentale. Canzoni non convenzionali. Halifax (Nuova Scozia) deve essere un buon posto in cui isolarsi due settimane per scrivere un album. Invece questi quattro ragazzi ci vivono. Minuziosi brani. Brevi storie, ognuna apparentemente slegata dall’altra. Ma tutte assieme formano un disco assai omogeneo per stile e innovazione armonica. Vengono in mente i Radiohead più acustici, ma anche i sempiterni Sonic Youth (ad esempio il brano Hand con quelle dissonanti chitarre che ben conosciamo). Ma, nonostante tanta pioggia, vento, neve e mareggiate, sovviene il sapore di alcuni gruppi tipici dei deserti statunitensi (perché no i grandissimi e sottovalutati Thin White Rope, come nella crescente e rasoterra cadenza del brano di apertura Or Just).

TUNING, secondo album dei Mauno, è stato presentato il 14 ottobre con il video di Other Bad diretto dall’attrice Hallie Switzer. Qui la cantante/bassista Eliza in bicicletta, pedalando scandita da campane ed orologi per le vie extraurbane di Halifax, sembra quasi che dialoghi con la telecamera in un canovaccio di scambi di frasi nosense sostenute da un ticchettio di orologi ripreso a sua volta ritmicamente dagli strumenti, che si alternano senza una coerente melodia. E quando la ragazza sembra introdurre qualcosa di più orecchiabile, Anything Anymore, il brano si rivela invece uno sfavillio di chitarre psichedeliche e roccheggianti. Helah, in chiusura di album, è un vero gioiello. Un concentrato di idee pop non convenzionali. Tutto l’album traspira sperimentazione, intesa come gioco a nascondere melodie dietro angolose soluzioni. La passione per il rumore, in realtà, serve a spiazzare l’ascoltatore. In una continua sperimentazione di nuove soluzioni pop. Quasi fosse un rebus che si scioglie solo al successivo ritornello o refrain. Come in Com, un prog-pop con tanto di noise di lettori di cassa e chitarre molto tese. Il tutto condito da un sano mai prendersi troppo sul serio. Tipico delle persone intelligenti.

I Mauno debbono il loro nome al nonno finlandese della bassista Eliza Niemi, ma anche ad una certa indefinita qualità onomatopeica della sua pronuncia. Si ripete, quindi, l’uso estremamente stimolante di usare le canzoni come pretesto per sperimentare suoni e noises, situazioni, video e testi spiazzanti. Nick Everett, Eliza Niemi, Adam White e Scott Boudreau si meritano ancora di più che un paio di dischi distribuiti tramite Bandcamp, si meritano un bel voto e tanta ammirazione.

Tags:


Articolo a cura di



Lascia un commento