Pubblicato il Novembre 4th, 2017 | by Lorenzo Barbagli
0Charlie Cawood – The Divine Abstract (2017)
1.Shringara
2.The Divine Abstract: Echolalia
3.The Divine Abstract: The Earth’s Answer
4.The Divine Abstract: Fearful Symmetry
5.The Divine Abstract: The Western Lands
6.Earth Dragon: The Golden Flower
7.Earth Dragon: An Invisible Landscape
8.Earth Dragon: Origin of a New Being
9.Garden Of The Mind
10.The 32nd Path
11.In A Floating World
12.Apotheosis
Etichetta Bad Elephant Music/CD
Durata 45’29”
Charlie Cawood (acoustic, electric & classical guitars, Fender VI, acoustic & electric bass guitars, sitar, pipa) ● Katharine Blake (treble, sopranino recorders) ● Lucy Brown (French horn) ● Flora Curzon (violin) ● Hannah Davis (vibraphone, glockenspiel) ● Julie Groves (flute) ● Chlöe Herington (bassoon) ● Steve Holmes (piano, celeste, Minimoog, bass synth) ● James Larcombe (piano, dulcitone) ● Dennis Kwong Thye Lee (xiao) ● Nicki Maher (clarinet) ● Ben Marshall (oboe, cor anglais) ● Elizabeth Nott (darbouka, riq, frame drum) ● Josh Perl (clarinet & bass clarinet) ● Alexandra Petropoulos (flute) ● Oliver Sellwood: baritone saxophone ● Diego Tejeida (piano) ● Francesca Ter-Berg (cello) ● Lucie Treacher (kendang, ceng ceng, gong, kempur, kenang, klentong, kempli, genterak) ● Wang Xiao (erhu) ● Ben Woollacott (drums, percussion)
Ci sono musiche che trascendono la world music e abbracciano la classica contemporanea in modo originale, fino ad arrivare a cancellare i contorni di ciò che è da ritenersi popular e ciò che è colto. In passato artisti provenienti dalla sfera rock come Third Ear Band, Gryphon e Jade Warrior si sono cimentati in questo tipo di ricerca, sconfinando naturalmente in territori di confine poco battuti. THE DIVINE ABSTRACT è un’opera che parla un linguaggio universale attraverso un ampio sfoggio di timbri strumentali esotici, che fanno riferimento soprattutto alla cultura mediorientale, e taglia trasversalmente il progressive rock dal punto di vista classico alla maniera dei primi After Crying. Sì, perché, proprio come il gruppo ungherese, il compositore Charlie Cawood si immerge in un ambito colto, mantenendo comunque forti legami con strutture e progressioni che fanno parte di un retaggio da rock progressivo. Potremmo avvicinare THE DIVINE ABSTRACT alle inestricabili tessiture Third Stream lasciate in eredità dal Rock In Opposition o alle crepuscolari visioni bucoliche di Anthony Phillips, ma il mondo di Cawood è un caleidoscopio di timbri esoterici.
Resta il fatto che THE DIVINE ABSTRACT è un album di una bellezza abbagliante e fuori dal tempo. Dopo una lunga gestazione, riflessa nel dettaglio e nella qualità degli arrangiamenti orchestrali polifonici, nei preziosi contrappunti e in una produzione ricca di finezze, il polistrumentista e bassista dei Knifeworld se ne esce con un esordio sofisticato e ambizioso. Suggestioni classiche, spezie etniche e fusion si uniscono in uno sfondo avant-garde in cui si dispiegano gli strumenti più disparati di estrazione quasi esclusivamente acustica. Il ricco numero di ospiti che si è affiancato a Cawood per dare corpo alla sua visione forma un ensemble musicale ampio e insolito, come un crossover tra classico ed etnico, e proviene da altrettante band prestigiose tra cui Haken, Chrome Hoof, Mediaeval Baebes, Stars in Battledress, North Sea Radio Orchestra. Se amate soprattutto questi ultimi due gruppi, THE DIVINE ABSTRACT non solo sarà un ascolto obbligato, ma sicuramente appagherà i vostri sensi.