Pubblicato il Novembre 3rd, 2017 | by DDG
0MusicaPerBambini: la m_ _ sica sperimentale che non si prende sul serio
Una miscela esplosiva di elettropunk sperimentale, testi ironici e spettacoli in stile teatrale: se MusicaPerBambini non compare nelle liste di ciò che è essenziale, popolare, virale o almeno televisivo, è forse per la vena inquietante dei lavori del piacentino Manuel Bongiorni, titolare e autore principale dall’esordio del 1998 del progetto, che al telefono chiosa nel suo stile. “Per vedermi in cima alla classifica, a parte girare lo schermo, non credo vi sia un modo. Ma guadagnare poco mi costringe a fare altri lavori e far musica per passione, che viene meglio.”
…anche un incubo ti sembra una chimera…
(Betoniera)
Dal nome che confonde il pubblico, agli aggressivi squarci rumorosi che segnano le ballate più orecchiabili, fino alle parole che scherzano su qualsiasi sacro, sicuramente MusicaPerBambini non suona conciliante: e la lista dei preferiti, tra Mr. Bungle e Voivod, è orientata sicuramente più a thrash/progressive e stranezze che alle hit da classifica. Due decenni di dischi e spettacoli originali e personali, realizzati mettendo insieme in maniera spesso geniale elettronica, pop e metal con autoironia, avrebbero meritato più frequenti prime pagine: ma poi, in Italia l’umorismo ha storicamente vita difficile, e a suonare bene con ironia si finisce etichettati come simpaticoni, piuttosto che come rockstar. “Rockstar per Elio & le Storie Tese mi sembra molto riduttivo. Simpaticone per me direi eccessivo.”
1998-2006: APPRENDISTATO. NASCONDINO CON L’ASSASSINO (1998, Betulla Records) e DEL SUPERUOVO (2002, Betulla Records) sperimentano la miscela che maturerà negli anni successivi: influenze metal, elettronica da computer e arpeggi acustici, assemblati in fiabe oscure dalle melodie appiccicose (Betoniera, Bolla di brodo, Baracca barocca) lasciano un’eco sinistra da film horror.
La glaciazione provoca, o dio delle nevi: non ci indurre in liquefazione, ma temperaci il clima.
(La preghiera delle palle di neve)
La preghiera delle palle di neve, che apre M_ _SICA (2005, Betulla Records) è talmente esagerata da spaventare l’ascoltatore: 2 minuti di elettronica dura e velocissima, la voce deformata che canta l’orazione dei ghiaccioli alla loro ipotetica divinità, ovviamente mirata a ottenere il ritorno del gelo, a tutela di propri comprensibili interessi. L’apparenza è quella di una favola del terrore dei Residents o dei loro epigoni italiani (Spirocheta Pergoli, Nipoti del Faraone), cui sembrano rimandare anche il suono sintetico e l’uso dei temi fintamente infantili e della metafora potenzialmente filosofica. Ma le radici sono altrove, conferma Manuel. “Le analogie con i Residents erano molte: nessuno sapeva chi fossero loro e nemmeno chi fossi io, anche se, nel mio caso, a nessuno interessava. Ora i tempi sono cambiati: sanno chi sono, ma non gliene frega lo stesso.” Con M__SICA, una celebrazione della tecnologia nei suoi aspetti più magici, la formula diventa coerente e personale: agli assalti sperimentali si affiancano canzoni acustiche quasi pop (Le monete libere) e composizioni da cantastorie che ricordano quelle dello Jannacci teatrale (Lord Hamilton di Warlthunn).
In coda a questo periodo esce anche l’unico disco firmato senza pseudonimo, STORIE PER UN RE (TwoMusic, 2006), riuscita raccolta di composizioni medievaleggianti dedicate al castello di Gropparello, dove Manuel e soci propongono il loro teatro di strada: storielle nere che fanno pensare ad Angelo Branduardi (La giostra del mulino), riflessioni filosofiche mascherate da scherzi (Il decalogo del buon signore) e ironie giullaresche (O’ dipintore).
2008-2017: TROVAROBATO. I buoni riscontri ottenuti in dieci anni di attività portano Manuel a contatto con i Mariposa, i Gong bolognesi che gestiscono l’etichetta Trovarobato: la maggiore visibilità si traduce in produzioni più complesse, con tanto di ospiti famosi (Caparezza, Alessio Bertallot, Giovanni Gulino di Marta sui Tubi, La Pina) e video promozionali. La piena maturità raggiunta da Manuel e compagni è rappresentata da una trilogia di album bizzarramente tematici: “DioControDiavolo racconta di due personaggi mitologici in lotta tra loro che simboleggiano il bene e il male: Gino Fabbrini e Gianpaolo Maffucci. Ma no scherzo, dai, alla fine lottan per scherzo, ma poi al bar si offron dei campari. DeiNuoviAnimali é un gioco di parole con DNA che chiaramente é una sigla che tutti conosciamo. Infatti é strano che la canti io e non Cristina D’Avena. Capolavoro é un titolo che capisco possa risultare un po’ pretenzioso, ma ‘Toccata e Fuga in Re Minore’ era già stato utilizzato.”
Ascolta il canto del bidone, per tutti i cuori tristi è in arrivo una canzone per fare capire, con verbo ad ora ignoto, com’è beato chi ancor si sente vuoto.
(Il canto del bidone)
Nella lunga scaletta di DIO CONTRO DIAVOLO (Trovarobato, 2008), tra la violenta tirata filosofica in apertura (D.I.O.) e la quasi conciliante chiusura (L’inventore di invenzioni) sfilano tutte le forme del pop sperimentale del gruppo, con tanto di possibili hit virali (la geniale Cose da non fare al gatto) e di melodie sacrificate allo spirito iconoclasta del nostro, esemplificate dalla oscurità non immediatamente comprensibile di La zuppa magica e dalla violenta e surreale Il canto del bidone. Gli ostili inserti noise e metal si diradano nel riuscito successore DEI NUOVI ANIMALI (Trovarobato, 2011), giocato tra inni infantili (Come la minestra) e canzoni quasi pop (Mappamondista), storie cupe e parabole ironiche (come la orecchiabile e folgorante 🙂 – ovvero, due punti, parentesi chiusa, che scherza sull’abuso delle “faccette” nella comunicazione).
…e speriamo nella guerra, in un sacco di mali brutti: ma speriam che non muoian tutti, che per ogni malanno o piaga uno in vita ci vuol che paga.
(La famiglia dei becchini)
Devono passare tre anni per l’ulteriore seguito, CAPOLAVORO! (Trovarobato, 2014), concept album teorico dedicato ad arti e mestieri: il titolo è buon profeta, perché si tratta del lavoro più equilibrato (e accessibile) del gruppo, che mette in fila in maniera davvero brillante le usuali, personali favole nere (La famiglia dei becchini), con le melodie medievaleggianti (Il nipote elettronico, L’idraulico aulico) che si alternano a spiazzanti stranezze elettroniche (Supplente per sempre). I giochi di parole frequenti e il gusto per l’ironia dissimulano una vena filosofica e amara: a questo stadio è difficile trovare termini di paragone per MusicaPerBambini, anche sul palco – dove il loro teatro-canzone rende accessibile una proposta musicale che, a dispetto delle melodie spesso orecchiabili, richiede sempre un’attenzione attiva.
2018: GERUNDIG, IL FUTURO! La scheda esplicativa di Trovarobato illustra efficacemente l’idea alla base di GERUNDIG, previsto per il 2018: l’importanza della fusione tra la parte visuale da quella musicale ha portato Manuel a sviluppare un progetto integrato, dove il CD sia solo una parte del quadro. Chiunque sia stato a uno spettacolo di MusicaPerBambini sa che si tratta di uno spettacolo multimediale che unisce le canzoni e le inframezza con parti recitate, disegni, proiezioni e scenografie. Nei primi comunicati scrivevamo di un teatro elettropunk. Elettronica ce n’è, punk può essere l’asta del microfono che non è stretta bene. Ma vi assicuriamo, in quanto storica etichetta, che ci divertiamo ogni volta come fosse la prima. La dimensione attoriale è talmente raffinata che sarebbe proprio un peccato non vedere Gerundig tutti i giorni della propria vita. Ed è per questo che stiamo facendo questa campagna.
Il prossimo disco di MusicaPerBambini, finanziato con una campagna MusicRaiser terminata con successo durante l’estate, prevederà quindi l’apertura di un canale web dove verranno distribuiti i video delle canzoni e altro materiale visuale necessario a comprendere l’articolato universo del gruppo (che comprende da tempo Andrea Mansi e altri cantanti/attori/musicisti), fatto di storie ambientate nel medioevo, nel futuro, che parlano di servi e di padroni, di alieni e di morte (dal punto di vista dei vivi). Riuscirà GERUNDIG a facilitare quell’ascolto partecipato necessario ad assorbire tutta l’ironia e la riflessione che stanno dietro alle composizioni di Manuel? “Pretendere che il pubblico scelga per gusto, anziché per posa nel 2017 é aspettarsi troppo. Ci riproviamo il Secolo prossimo.”