Pubblicato il Maggio 3rd, 2017 | by Lorenzo Barbagli
0Isildurs Bane & Steve Hogarth – Colours Not Found in Nature (2017)
1. Ice Pop
2. The Random Fires
3. Peripheral Vision
4. The Love And The Affair
5. Diamonds And Amnesia
6. Incandescent
Etichetta Ataraxia Record/CD
Durata 41’21”
Steve Hogath (Lead & Backing Vocals) ● Katrine Amsler (Keyboards) ● Klas Assarsson (Vibraphone, Marimba, Percussion) ● Luca Calabrese (Trumpet) ● Axel Crone (Bass, Clarinets, Saxophones, Flute, String Arrangements) ● Samuel Hällkvist (Guitars) ● Mats Johansson (Keyboards) ● Christian Saggese (Classical Guitar) ● Kjell Severinsson (Drums) Additional Musicians: ● Liesbeth Lambrecht (Violin & Viola) ● Pieter Lenaerts (Double Bass) ● Xerxes Andren (Drums) ● John Anderberg (Choir Vocals on The Love and the Affair) ● Anneli Nilsson (Backing Vocals on Peripheral Vision)
Da più di dieci anni gli svedesi Isildurs Bane sono rimasti in silenzio discografico, ovvero dopo aver portato a termine i cinque volumi del progetto MIND. In realtà il compositore Mats Johansson, oltre ad essere attivo nel mondo musicale con lavori per teatro e opere multimediali, ha mantenuto in vita il progetto fondando nel 2005 l’evento IB Expo, che va in scena ogni anno nella città natale di Halmstad e che ha visto nel tempo la partecipazione di prestigiosi ospiti musicali che per l’occasione si cimentano in concerti, workshop e masterclass insieme ai padroni di casa. Nell’edizione del 2013 tra questi erano presenti anche Steve Hogarth e Richard Barbieri, freschi della loro collaborazione discografica immortalata nell’album NOT THE WEAPON BUT THE HAND del 2012. L’incontro tra Hogarth e Johansson ha fatto in modo di risvegliare dal letargo gli Isildurs Bane ed ha ispirato il tastierista nel comporre nuova musica, modellata per le caratteristiche dell’artista inglese, il quale si è occupato a sua volta delle liriche. Per chi non li conoscesse, gli Isildurs Bane arrivano da un glorioso passato costellato da opere ambiziose, eclettiche e sinfoniche nel vero senso del termine, in cui sono andati oltre lo spirito che anima il progressive rock e si sono avvicinati spesso e volentieri alla concezione di musica totale zappiana nella fusione di rock e orchestra. COLOURS NOT FOUND IN NATURE offre di nuovo una prospettiva priva di confini, costruendo canzoni prog per ensemble neo classico che, con naturalezza, si dipanano in movimenti contrapposti tra pop rock e avanguardia, come nell’andamento beatlesiano di The Random Fires, inframmezzato da piccole ouverture per archi e vibrafono, o nel riuscitissimo concerto di contrappunti che è Ice Pop. L’album prova quale poliedrico talento abbia Johansson nel piegarsi agli stilemi marillioniani a cui finora è sempre stato associato Hogarth. Se infatti il cantante negli altri progetti al di fuori del suo gruppo madre si era più o meno smarcato dal ricordare da dove provenisse, qui il richiamo al prog mellifluo dei Marillion fa capolino in più di un’occasione, come nella suite The Love and The Affair o durante Incandescent. Forse gli unici momenti in cui la voce di Hogarth sembra di troppo è nelle arie raccolte di Diamonds and Amnesia e Peripheral Vision, musica da camera che con l’aggiunta del cantato prende le sembianze di un’orazione. Fatte tali considerazioni, l’esperimento appare maggiormente riuscito quando ad accompagnare Hogarth è chiamata tutta l’orchestra, ma quello con il gruppo svedese rimane sicuramente un sodalizio progressivo affascinante e, perché no, a cui dare un seguito.