Pubblicato il Gennaio 17th, 2017 | by Paolo Carnelli
1Pandora – Ten Years Like in a Magic Dream (2016)
1. Always and Everywhere
2. The Way You Are
3. Turin 03.02.1974
4. Drunken Poet’s Drama
5. Passaggio di stagioni (including Lamenti di Inverno/Canto di Primavera)
6. Second Home By the Sea
7. Man of a Thousand Faces
8. Ritual part 2
9. Lucky Man
Etichetta AMS Vinyl Magic/CD
Durata 76’59”
Beppe Colombo (Keyboards, Choirs) ● Claudio Colombo (Drums, Percussions, Bass, El&Ac Guitars, Puerto Rican Cuatro, Keyboards, Choirs) ● Corrado Grappeggia (Lead Vocals, Keyboards, Choirs) ● Emoni Viruet (Lead Vocals, Choir). Special guests: Vittorio Nocenzi (final Moog solo in Canto di primavera) ● David Jackson (Woodwinds in Passaggio di Stagioni) ● Dino Fiore (Bass in Canto di Primavera) ● Andrea Bertino (Violins in Drunken Poet’s Drama) ● Irma Mallus (Choirs in Man of a Thousand Faces).
Dopo dieci anni di attività e tre album già pubblicati, potrebbe forse risultare un po’ stucchevole incentrare ancora una volta la recensione del nuovo lavoro dei Pandora sul rapporto (straordinario) tra Beppe e Claudio Colombo, padre e figlio uniti a tal punto dalla passione sfrenata per il rock progressivo da riuscire a trasformarla in un progetto musicale comune. Però… Però poi c’è la voce di Francesco Di Giacomo, che prima della riproposizione di Canto di primavera da parte dei Pandora ci ricorda l’eccezionalità di questo rapporto e di questo “ideale passaggio di testimone” come lo definisce lo stesso Francesco, che non può lasciare indifferente l’ascoltatore. Il senso di TEN YEARS IN A MAGIC DREAM è proprio quello di costruire un ponte tra generazioni e stagioni, riannodando un filo che riesca a collegare passato e presente, pescando nella produzione della band attraverso alcuni brani tratti dai primi due lavori del gruppo risuonati e ricantanti (in inglese) e una manciata di omaggi a Genesis, Marillion, Yes ed ELP. “La scelta dei tributi” spiega Beppe Colombo “è determinata dalla nostra voglia di onorare il pop-rock-prog che ci ha accompagnati nella nostra crescita e che ci è sempre di ispirazione, rendendo un vero e proprio omaggio a questo genere. Dopo la scomparsa di figure molto importanti con le quali siamo cresciuti, era il minimo che potessimo fare dando il massimo di quello che avevamo”. L’album, inutile dirlo, suona sinfonico e potente, in perfetto “stile Pandora”, anche se tra tastiere avvolgenti, percussioni e tempi dispari, a rubare il cuore è soprattutto il duetto inedito che si materializza nella parte finale di Canto di primavera e che vede protagonisti Vittorio Nocenzi al Moog e David Jackson ai fiati, entrambi ispiratissimi: davvero i Pandora non potevano regalarsi e regalarci regalo migliore per il loro decimo compleanno.
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