Pubblicato il Settembre 12th, 2016 | by Roberto Paravani
0Kaipa – Angling Feelings (2007)
1. Angling Feelings
2. The Glorious Silence Within
3. The Fleeting Existence Of Time
4. Pulsation
5. Liquid Holes In The Sky
6. Solitary Pathway
7. Broken Chords
8. Path Of Humbleness
9. Where’s The Captain?
10. This Ship Of Life
Etichetta Inside Out Music/CD
Durata 64’22”
Hans Lundin (keyboards, vocals) ● Per Nilsson (guitars) ● Patrik Lundström (vocals) ● Morgan Ågren (drums) ● Aleena Gibson (vocals) ● Jonas Reingold (bass guitars) ● Fredrik Lindqvist (recorders, whistles on 1, 2, 8, 9, 10)
Angling feelings è un album tutto sommato storico nella discografia dei Kaipa poiché sancisce il nuovo abbandono di Roine Stolt. Ora della formazione originale è rimasto il solo Hans Lundin che è depositario del marchio, leader assoluto oltre che primo compositore; in questo nuovo lavoro egli sostituisce Stolt con il talentoso chitarrista Per Nilsson e si circonda più o meno dei soliti collaboratori che lo affiancano da quando nel 2002 decise di riesumare lo storico “brand”, tra i quali spicca il cantante dei Ritual, Patrik Lundström; inoltre, sempre dai Ritual, preleva per cinque pezzi anche Fredrik Lindqvist. Ma a quanto pare l’uscita di scena di Stolt non ha portato benefici. Anzi. Sembra quasi che la qualità delle composizioni sia ulteriormente scaduta. Non che le ultime cose dei Kaipa fossero dei capolavori, ma, almeno sino a Keyholder la baracca era ancora stabile e forniva una decorosa dimora ad un rock sinfonico piuttosto formale ed artificioso che, senza estasiare nessuno, si lasciava ascoltare con piacere. Qui invece ci troviamo di fronte alla solita catasta di minuti infarciti da uno straordinario quantitativo di idee melodiche ed armoniche che però non lasciano il segno. Per dirla con un briciolo di cattiveria, in questo rutilante turbine di suoni iperlevigati, ritmi, colori, voci, cori, tuoni, fulmini e saette, non c’e’ proprio nulla che colpisca. Lundin desidera lo stupore dell’ascoltatore. Ma cerca di compiacere la pancia più che il cuore od il cervello. Insegue il ritornello mozzafiato senza mai raggiungerlo. Ricerca la perfezione stilistica facendo leva su strumentisti dotati, ma senza cuore. E questo è un vero peccato visto la storia del gruppo e l’importante ruolo avuto nel panorama scandinavo. Riascoltando per intero la parabola artistica dei Kaipa, si può paragonare il Lundin di oggi ad un giocatore di poker cui non entra più una carta buona da tempo immemore e sopravvive solo col mestiere, con la spavalderia, con l’aggressività. E con i bluff.