Pubblicato il Settembre 18th, 2016 | by Lorenzo Barbagli
0Thank You Scientist – Stranger Heads Prevail (2016)
1. Prologue: A Faint Applause
2. The Somnambulist
3. Caverns
4. Mr. Invisible
5. A Wolf In Cheap Clothing
6. Blue Automatic
7. Need More Input
8. Rube Goldberg Variations
9. Psychopomp
10. The Amateur Arsonist’s Handbook
11. Epilogue: …and the Clever Depart
Etichetta Evil Ink Records /CD
Durata 67’53”
Salvatore Marrano (Vocals) ● Tom Monda (Guitar) ● Cody McCorry (Bass) ● Odin Alvarez (Drums) ● Ben Karas (Violin) ● Ellis Jasenovic (Saxophone) ● Andrew Digrius (Trumpet)
Con il loro album d’esordio del 2014, i Thank You Scientist diedero una scossa al sonnacchioso mondo del prog rock grazie a una formula a base di fusion metal orchestrale che ebbe il merito di frullare vari stili in un gioco virtuoso dell’accumulo, non disdegnando neanche strizzate d’occhio ad aperture accessibili. In questi due anni la band americana si è dedicata a un’intensa attività live, è stata notata da Claudio Sanchez, che ha voluto i TYS come supporto nei tour dei Coheed and Cambria, ampliando di molto la loro popolarità, e quindi li ha messi sotto contratto con la sua etichetta personale. Stranger Heads Prevail è un lavoro molto piacevole e assolutamente degno di nota, che segue le stesse regole compositive del primo album e non aggiunge nulla alla già debordante formula del settetto, anzi, lavora per sottrazione, facendo prevalere il prog metal e lasciando nello sfondo l’eclettismo d’interazione tra generi. Il problema principale di Stranger Heads Prevail è avere alle spalle un’eredità importante e ingombrante come quella di Maps of Non-Existent Places. Il disco inizia e si conclude con una breve incursione nella polifonia da musical in bilico tra Jellyfish e Queen. Ciò che risalta di Stranger Heads Prevail è la ricerca della melodia applicata ad un contesto prog metal – e la voce androgina di Salvatore Marrano gioca un ruolo decisivo in questo – accentuando ancora di più il legame del gruppo con AOR e pop rock, senza per questo divenire stucchevoli e arrendersi a compromessi. Ci ritroviamo infatti di fronte a una collezione di brani estremamente dilatati dal punto di vista temporale e gli artifici strumentali sono sempre pronti a lasciare stupito l’ascoltatore. La chitarra di Tom Monda continua a scodellare minuziosi fraseggi e assoli, sia in modalità djent che in modalità clean, i fiati e il violino accompagnano e punteggiano con contrappunti come farebbero le tastiere qui totalmente assenti, e la sezione ritmica non perde un colpo tra stop e riprese improvvise, scandendo con scioltezza stilemi di poli opposti inclusi tra thrash e fusion. Ogni brano rimane sullo stesso livello qualitativo, realizzato con un piglio da big band heavy prog che perde comunque per strada la componente post hardcore, dalla quale il gruppo era germogliato, in favore di un più collaudato prog metal. In pratica, pur considerando la versatilità che li contraddistingue, i Thank You Scientist con Stranger Heads Prevail hanno imbrigliato una formula che ripropongono senza osare per l’intero disco ad eccezione forse per lo sfogo strumentale Rude Goldberg Variations, tra suggestioni latino americane e drum & bass portate a casa con una buona dose di umorismo. Detto questo, Marrano e soci rimangono saldamente tra i gruppi migliori nell’asfittico panorama prog, che continua a sfornare lavori pedissequamente uguali, senza alcuna cognizione di come far progredire il genere.