Incontri

Pubblicato il Settembre 14th, 2016 | by Antonio De Sarno

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ANGLAGARD: nel giardino degli angeli

In un lontanissimo 1992, esce Hybris degli Änglagård e, per molti, il mito della modernità inaugurato dal new prog si sgretola davanti a un suono che sembra provenire da un luogo misterioso e spettrale che certamente non può convivere con quello dei vari Nirvana, Rage Against The Machine e Pearl Jam. Un secondo capitolo, bellissimo quanto triste, Epilog, esce nel ’94 e il mistero s’infittisce a partire da una svolta totalmente strumentale. Qualche data e tutto svanisce. Il gruppo scompare e la leggenda cresce. Silenzio per tanti lunghi anni, qualche notizia di sporadiche apparizioni live e infine, nel 2012, un nuovo cupissimo capitolo con un gruppo orfano di Tord Lindman: il viaggio riprende. Siamo a fine estate 2014 nella serata centrale del Progfest di Veruno e mi trovo davanti a Tord Lindman, chitarrista/vocalist appena rientrato nel gruppo e la sua compagna Anna Holmgren, flautista ma non solo. Ogni tanto intervengono Johan Brand, granitico bassista, Linus Kase, tastierista e fiati e l’ultimo arrivato, Erik Hammarstrom alla batteria…

Partiamo dalla fine del gruppo, vent’anni fa, nel ’94…

Anna: Ero l’unica che voleva davvero continuare, è stato un periodo difficile ma intenso. Amavo suonare dal vivo, comporre… ma, purtroppo non riuscii a convincere gli altri
Johan: Avevamo realizzato Hybris ed Epilog e furono tempi frenetici. Noi, tutti i componenti del gruppo, avevamo e abbiamo una forte volontà e forse questo è il segreto della nostra musica. Ma nel ’94 eravamo così stanchi che sentivamo l’esigenza di staccare per un po’ e prenderci una pausa

Una pausa piuttosto lunga! Ho letto sul vostro sito che Tord ha viaggiato in questo periodo. In che modo può avere influenzato la vostra musica?

Tord: Sì, ho viaggiato molto. Sono stato in India per qualche mese ma non è mai un evento particolare che mi influenza. Tutto quello che accumuli negli anni finisce per esprimersi attraverso quello che fai

I testi di Hybris trattano spesso il mondo dei sogni. Il terzo brano, Ifran Klaret Till Klarhet (più o meno “sempre più forte”) dice, ad un certo punto: “Qua (nei sogni) ci sono cose meravigliose”. Il brano conclusivo, Kung Bore (Il Re Dell’Inverno) chiede “una visione più nitida nella terra dei sogni, solo questo mi darà felicità “

Tord: É sempre stato difficile scrivere dei testi per la nostra musica… cosa posso dire? Nel ’92 eravamo davvero giovani, volevamo fare delle cose carine… tutto qui. Abbiamo quasi tutti la stessa età e a quel punto delle nostre vite, a quell’età, non conoscevamo davvero la vita ma pensavamo di conoscerla. Erano i nostri pensieri di ventenni. Adesso i testi sarebbero diversi, ma prima dovremmo riuscire a scriverne di nuovi. Vedi è molto difficile trattare argomenti quotidiani con la musica che facciamo, se è possibile dobbiamo essere sicuri che siano adatti. Magari la signora che realizzò le foto di Epilog e scrisse le poesia all’interno del suo libretto, Rut Hillarp …
Johan: …io e Anna stavamo lavorando con uno studio fotografico e un giorno, dovendo sviluppare alcune sue foto, siamo rimasti molto colpiti dal suo lavoro e siccome cercavamo qualcosa per Epilog la contattammo

Alla fine di Sistar Somrar (“L’Ultima Estate”) c’è scritto “Nessuno si ricorderà di noi, noi siamo stati gli ultimi…”

Anna: Rappresenta tutti noi, tutta l’umanità, tra cent’anni chi si ricorderà di noi? Vale per tutti…

L’origine del vostro nome è, a distanza di due decenni, ancora fonte di mistero…

Tord: Che storie hai sentito? Sei libero di credere quello che vuoi. È un posto reale, e qualcuno ci vive davvero. Fermiamoci qui. La traduzione migliore comunque è “Giardino degli Angeli”. Cosa ne pensi? È un luogo della fantasia…

Anna, qual è attualmente il tuo ruolo nel gruppo? Te lo chiedo perché nel corso degli anni sia dal vivo che in studio la tua presenza è diventata sempre più importante…

Anna: Sì, sono entrata nel gruppo quando Hybris era già stato composto, anche se sono riuscita ad aggiungere qualcosa agli arrangiamenti già esistenti. Con Epilogsono entrata nel processo di scrittura, poi ho cominciato a studiare musica sul serio e quando è arrivato il momento dell’ultimo disco ero diventata un’altra persona. Avevo studiato e il mio approccio è totalmente cambiato. Forse ora sono più presente nella musica perché lo sono stata già in fase compositiva, penso

A proposito di misteri, come componete la vostra musica, così evocativa?

Anna: Diciamo che succede questo: partiamo da un’idea, la presentiamo a qualcun altro del gruppo o all’intero gruppo a volte, e poi cominciamo a suonarci su, a sviluppare l’idea iniziale creando qualcosa di nuovo e diverso. Quando assembliamo tutto, si capisce cosa funziona insieme e in quale sequenza

Immagino che abbiate dei pezzi che preferite suonare dal vivo?

Anna: No, non posso sceglierne uno, mi piace suonarli tutti dal vivo, non ho pezzi preferiti
Erik: Quelli che sono più difficili mi divertono di più

Un vostro cavallo di battaglia dal vivo è senz’altro Kung Bore

Erik: Il Re dell’Inverno, che è una vecchia leggenda nordica…
Tord: La verità è che ci divertiamo un mondo a suonare tutti i pezzi dal vivo; per esempio il pezzo che abbiamo incluso nel remaster di Epilog ci fa impazzire. Nel 2008 registrammo Rosten (La Voce) che era un pezzo che non riuscimmo a finire per quell’album e che volevamo realizzare con molti strumenti acustici. Il libretto era già in stampa e il pezzo finì per essere ripreso dopo oltre dieci anni

Deduco che stiate lavorando a materiale nuovo, anche alla luce del pezzo inedito che introduce il vostro live giapponese…

Anna: Tanto materiale nuovo, è più folk … ma scuro, almeno così mi sembra … Tord, la tua roba è molto RIO o mi sbaglio?
Tord: Mi piace giocare. Non stiamo concretizzando al momento, però: come dicevo prima, non sappiamo se ci saranno parti cantate o meno. Il disco sarà pronto per il duemila e ventidue (ride). Scherzo, forse uscirà l’estate prossima…

E uscirà in vinile? Sembrava scomparso come formato e invece…

Anna: Il vinile è un’opera d’arte, lo puoi tenere in mano, non c’è niente come il disco in vinile!
Johan: E adesso che i CD sono in via di estinzione il ritorno del vinile è cosa graditissima, infatti penso che il nuovo disco uscirà solo in vinile!

No! Non fatelo!

Tord: Allora faremo un libro enorme con un codice per scaricare gli mp3!
Anna: Buona idea, perché no? Compri il libro e puoi scaricarti il disco!
Tord: Faremo un libro da colorare, come quello dei bambini, con i numerini… con molti particolari e 465 colori così nelle lunghe sere invernali ti metti seduto a colorare…
Anna: Così ci sarà una gara per i fan; il primo a completarlo vince qualcosa. E’ una figata come idea!



Prima di spaventare troppo i lettori… avete mai pensato di realizzare un dvd dal vivo?

Johan: Purtroppo il disco dal vivo in Giappone doveva uscire anche in dvd, abbiamo fatto riprendere una delle serate ma quando abbiamo visto il risultato è stato abbastanza scadente e abbiamo capito che non potevamo metterlo in commercio. Non era molto professionale. Prima o poi ce la faremo

In realtà, per un gruppo attivo da due decenni, non avete suonato tantissimo in giro e ricordo che nelle scalette degli esordi facevate anche qualche cover… tipo The Musical Box dei Genesis … quali sono i gruppi che avete ascoltato di più?

Tutti: King Crimson, Yes, Genesis, Cathedral, Shylock, tanti gruppi svedesi sconosciuti, il disco del Balletto di Bronzo, i Van der Graaf, poi i Magma e tantissimi altri. Tutti noi ascoltiamo sempre tanta musica, anche se è vero che ci sono sempre quei dischi che non smetti mai di ascoltare, alcuni vecchi classici o addirittura scopri dischi vecchi di cui non sapevi nulla tipo i Be Bop Deluxe, gli XTC. Non riusciamo a fare troppi nomi nuovi nel prog. Finiamo per ascoltare molta roba degli anni ‘60/’70. Se vuoi sentire un suono caldo, vero, è difficile trovarlo nei dischi nuovi. Molto difficile. Tutti tentano di ricreare quel genere di sound ma cominciamo a pensare che sia un’impresa impossibile

Per colpa della tecnologia o dei musicisti?

Erik: La tecnica, l’approccio, tutto. L’atmosfera in cui furono registrati quei dischi, il modo in cui la gente viveva, è tutto diverso
Tord: Bob Dylan, lui è il migliore in assoluto. Per tornare a ciò che ascoltiamo, nel mio caso dipende dallo stato d’animo in cui mi trovo. Ultimamente molto Tangerine Dream e musica elettronica in generale. Roba d’atmosfera. Ho attraversato un periodo Henry Cow. L’ultima cosa nuova che ho ascoltato? Non saprei…
Anna: Ci sto pensando ma è una domanda molto difficile. Devo ammettere che non ascolto molto prog nuovo perché finisco per analizzare troppo quello che sento e non voglio farlo. Con altri generi non succede, riesco a limitarmi ad ascoltare e ricavarci qualcosa. Amo Piazzolla e la musica influenzata da lui, il tango moderno…
Tord: Dai, confessa che ti piace la musica italiana …
Anna: Amo la lingua italiana, la PFM, Il Tempio delle Clessidre, che mi ricordano un po’ una versione allegra degli Anglagard… i Thieves’ Kitchen del nostro primo tastierista Thomas Johnson… mi piace la musica drammatica, che mi comunica qualcosa. Sono tristissima all’idea che non posso vedere la PFM domani sera (l’intervista è stata realizzata durante il secondo giorno del “Veruno Prog Festival” – ndr). A pensarci bene, ho ascoltato qualcosa di nuovo di Markus Reuter del Crimson ProjeKCT ed è il genere di cose che Tord combina quando maneggia gli aggeggi elettronici in sala. Dovrebbero conoscersi!
Erik: Io ho suonato con i Flower Kings per un po’ e ammiro molto quello che fa Roine. Lavora tantissimo, vive al cento per cento per la sua musica
Anna: Mi piace la musica intellettuale ma con un’anima emotiva, non necessariamente intelligente… il mio idolo è un sassofonista svedese che si chiama Joakim Milder. Ha fatto un paio di dischi che adoro, Remains per esempio, che è il mio preferito. Poi apprezzo moltissimo Ord Pa Golvet che recita poesie su musica improvvisata. Secondo me non bisogna limitarsi a suonare una successione di assoli in sequenza e basta, non riesco ad apprezzare solo quell’aspetto della musica
Linus: Molti gruppi che oggi dichiarano di fare progressive in realtà fanno altro, magari più vicino al pop…

Come definireste la vostra musica?

Tord: Noi facciamo musica sinfonica, nel senso più ampio del termine
Anna: Senza tempo
Linus: Progressive puro. Almeno per quello che intendo io per progressive
Erik: E’ anche vero che se lo chiedi a dieci persone diverse finirebbero per dare dieci definizioni diverse e poi per litigare! Io penso agli anni ’70, a gruppi creativi e spero che noi apparteniamo a quel genere di musica
Anna: Si, ecco. Musicisti creativi. Questa è una definizione che ci piace!

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