Pubblicato il Settembre 13th, 2016 | by Paolo Carnelli
2Mikayel Abazyan – Something Deep Inside Me (2016)
1. Afterwards
2. The Boat of Millions of Years
3. Too Many of My Yesterdays
4. Celebrity Kissing
5. The Birds
6. I Once Wrote Some Poems
7. Nadir’s Big Chance
8. Necromancer
9. Happy
10. Easy to Slip Away
11. Sitting Targets
12. Vision
13. The Future Now
14. The Top of the World Club
15. Tintagel by the Sea
Etichetta Self production/CD
Durata 73’57”
Mikayel Abazyan (lead and backing vocals, keyboards acoustic and electric guitars, bass percussions on tracks 1, 4, 7 and In-studio Smoking on track 3) ● Aidin Davoudi (oriental voices on track 2, and Martial Respiration) ● Leslie Diaz (female voice on track 3 and the Divine Storytelling on track 2) ● Levon Hakhverdyan (drums and percussions on tracks 2 and 15, sound FX chanting on track 2,and the Zippo Lighter on track 3) ● Ashot Korganyan (drums, percussion on track 8 and Solo Électrique on track 4) ● Rim Mirzoyan (violins) ● Sat Sargsyan (flutes)
Mikayel Abazyan è conosciuto tra i fan di Peter Hammill come “il database umano” per quanto riguarda ogni evento che ha visto protagonista l’artista inglese, da solo o con i Van der Graaf Generator, durante una carriera lunga quasi mezzo secolo. Appassionato D.O.C. ma anche ottimo polistrumentista e cantante, Mikayel ha cullato per anni il sogno di dare vita al suo personale tributo all’opera di Hammill: un’esigenza che, come esprime bene il titolo di questo album (una frase ripresa dal testo di I Once Wrote Some Poems), affonda le sue radici nell’intimo e nel profondo. Sorprendentemente, l’approccio dell’artista armeno nella riproposizione dei brani (la maggior parte dei quali pubblicati da Hammill negli anni ’70) spazia dalla fedeltà quasi assoluta all’originale – Celebrity Kissing, Happy – allo stravolgimento più ingegnoso e surreale – Too Many of My Yesterdays – dimostrando grande coraggio e personalità, ma senza mai venire meno al rispetto per l’opera di riferimento. Non a caso nelle note di copertina, Abazyan parla espressamente di “responsabilità nel rappresentare al meglio le composizioni”, immaginando evidentemente che il suo lavoro possa stimolare l’interesse anche di un pubblico meno avvezzo al corpus hammilliano. In realtà chiunque ami la produzione del leader dei Van der Graaf non potrà fare a meno di rimanere affascinato dalla meticolosità e dalla professionalità con cui sono stati arrangiati e registrati questi quindici brani: in questo senso la presenza in molte tracce del flauto di Sat Sargsyan e del violino di Rim Mirzoyan rappresenta un’intuizione decisamente preziosa. Come quella di riproporre una perla come The Birds in una suggestiva versione per voce, pianoforte e cinguettio di uccelli, o di avvolgere The Boat of Million of Years in un manto inebriante di voci e percussioni. Something Deep Inside Me è un lavoro pieno di sorprese e di buone vibrazioni. E per chi se lo stesse chiedendo, realizzato con il pieno consenso di Hammill.
2 Responses to Mikayel Abazyan – Something Deep Inside Me (2016)
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Pingback: Milked – Marco Zanetti
Pingback: Torpor – Marco Zanetti