Pubblicato il Settembre 12th, 2016 | by Lorenzo Barbagli
0Frogbelly and Symphony – Blue Bright Ow Sleep (2015)
1. Minderbinder
2. Invite to Eternity
3. Ride off into the Sunset and Disappear
4. Before I Die
5. Patch of Blue
6. Cola in Mongolia
7. Leyla’s Find
8. Shingle
9. Organism
10. Hazyland
Etichetta Labelship Records/Shellshock /CD
Durata 44’58”
Liz Hanley (vocals, keyboard, violin) ● Tom Hanley (vocals, bass, composing, arranging) ● Ben Trott (guitar) ● Ray Rizzo (drums)
Anche se divisi materialmente e fisicamente dall’oceano Atlantico, la cosa non ha impedito ai Frogbelly and Symphony di produrre musica come fossero una normalissima band. Situati tra Brooklyn e Sheffield, i membri del gruppo hanno dato vita ad un singolare sodalizio musicale che, in modo piuttosto personale, vorrebbe rileggere psichedelia, punk rock e tradizione folk. I Frogbelly and Symphony lavorano al fine di rendere la propria musica inclassificabile e, in un certo senso, ci riescono, tra nenie e filastrocche freak (Patch of Blue) e ballate dal sapore antico (Shingle). Notevole l’introduzione di Minderbinder e la chiusura d’effetto con Hazyland, che da sole basterebbero per entrare in simbiosi con un universo partorito dal pronk dei Cardiacs e allevato dalla psichedelia statunitense. Questo per spiegare a cosa può assomigliare la musica del gruppo, che rispetta la regola di pescare influenze da entrambe le culture musicali anglofone. Le voci di Liz e Tom Hanley sono a volte sgraziate e a volte in accordo, per aggiungere più pathos e teatralità alle composizioni che pongono l’accento su una certa propensione per il cantautorato intellettuale tra Syd Barret e Lou Reed (Ride off into the Sunset and Disappear, Before I Die) bagnato nell’acido lisergico dei Jefferson Airplane (Invite to Eternity, Leyla’s Find). In dei momenti questa voglia di singolarità sfugge un po’ di mano alla band, come su Cola in Mongolia, diventando quasi troppo scanzonata per il solo gusto di esserlo. Su Blue Bright Ow Sleep ci sono comunque molti spunti interessanti, anche se non sempre i suoi aspetti obliqui e trasversali sono coerenti con la direzione di un album che con qualche accorgimento in più avrebbe potuto brillare con maggior intensità.