Pubblicato il Settembre 8th, 2016 | by Paolo Formichetti
0R-Evolution Band – The Dark Side Of The Wall (2013)
1. In the flesh?
2. The thin ice
3. Another brick in the wall pt.1
4. The baddest days of your life
5. Another brick in the wall pt.2
6. Mother
7. Goodbye blue sky
8. Empty space
9. Young lust
10. One of my bad days
11. Requiem: funeral of queen mary II (Don’t leave me now)
12. Cold as a waltz
13. Another brick in the wall pt.3
14. Hey you/intermède
15. Is there anybody out here?
16. Nobody
17. We’ll meet again
18. Bring the boys back home
19. Comfortably numb
20. The show must go latin
21. In the flesh?
22. Run like bells
23. Another rock in the wall
24. Waiting for the worms
25. The trial
26. The dark side of the wall
Etichetta Wide Production
Durata 66’00”
Vittorio Sabelli (clarinet, vocals, alto & baritone sax) ● Marcello Malatesta (keys, programming) ● Gabriele Tardiolo (guitar, bouzouki, lap steel) ● Graziano Brufani (bass, doublebass) ● Oreste Sbarra (drums)
Nonostante ne siano stati realizzati in quantità industriale, i cover-album o i tributi ai mostri sacri del rock sono spesso poco convincenti, in particolar modo quelli dedicati ai Pink Floyd. Basti pensare al rifacimento di Dark Side of the Moon ad opera delle band sotto contratto con l’etichetta Magna Carta (The moon revisited, con Magellan, Cairo, Shadow Gallery…) o quello realizzato dai Dream Theater. Uno dei principali motivi di delusione è che solitamente le canzoni non vengono minimamente personalizzate o riarrangiate, rendendo pertanto assai più sensato l’ascolto dell’originale. Nel caso di The Dark Side of The Wall siamo invece di fronte a qualcosa di profondamente diverso, in quanto il capolavoro dei Pink Floyd viene completamente rielaborato. La R-Evolution Band, capitanata dal fiatista Vittorio Sabelli (e che vede la collaborazione di numerosi ospiti), prende ogni singolo brano, lo analizza, lo destruttura e lo ricostruisce audacemente in maniera modificata, alle volte apportando solo piccole variazioni (il titolo rielaborato), altre volte rendendolo interamente strumentale o arrangiandolo nelle maniere più varie. Alcuni esempi tanto per dare un’idea: Another brick in the wall pt. 1 diventa un pezzo etnico con tanto di sitar e percussioni, la parte 2 una cavalcata metal con una voce black tipo Cradle of Filth, cambiando ancora atmosfera nella parte finale grazie al celebre solo eseguito però al sassofono. Mother si trasforma in un blues, Don’t leave me now in un Requiem, Hey you e Comfortably Numb in un mix di elettronica e trip hop. The trial parte come un jazz anni ’20 per poi sfociare in un finale epico e caratterizzato da sonorità rocciose, mentre Is there anybody out here? viene riarrangiata in un pezzo per orchestra e chitarra che poi sfocia nella dolce melodia di archi e theremin di Nobody (uno dei vari titoli modificati). Come detto, si tratta solo di alcuni esempi del lavoro fatto su brani storici, che qualunque appassionato conosce a menadito. Di certo i puristi avranno parecchio da obiettare ascoltando questo cd, che riserverà invece piacevoli sorprese agli ascoltatori di mentalità più aperta. Per concludere, una particolare menzione alla qualità di registrazione veramente apprezzabile, e all’artwork, semplice ma ancora una volta efficace variazione sul tema dell’originale.