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Pubblicato il Settembre 8th, 2016 | by Paolo Formichetti

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Argos – Cruel Simmetry (2012)

Tracklist
1. Cruel Symmetry (20:43)
2. Paper Ship Dreams (4:30)
3. Chance Encounters (4:22)
4. Possessions (6:05)
5. The Story Of Flying Robert (4:29)
6. Caught Within The Light (6:47)
7. Open Book (7:43)

Etichetta Progressive Promotion Records

Durata 54’39”

Personell

Rico Florczak (electric & acoustic guitars) ● Ulf Jacobs (drums, percussions) ● Robert Gozon (acoustic & electric pianos, hammond organ, strings, acoustic guitar, vocals) ● Thomas Klarmann (bass, flute, synthesizers, mellotron, hammond organ, acoustic guitar, vocals)

Gli Argos nascono nel 2005 come progetto solista del loro attuale leader, il polistrumentista Thomas Klarmann, e realizzano nel tempo l’omonimo cd d’esordio nel 2009, Circles l’anno successivo per giungere infine nel 2012 a questo Cruel Symmetry. Il gruppo presenta un interessante mix stilistico tra i classici mostri sacri del prog, Genesis (grazie anche all’abbondante uso di Hammond e Mellotron) e Gentle Giant su tutti, mescolati a suggestioni in stile Canterbury, il tutto caratterizzato da sonorità moderne a la Spock’s Beard, per intenderci. Sei brani su sette sono di durata medio-corta: il gigante gentile fa capolino in Paper ship dreams e in Chance encounters che, non fosse per i suoni, potrebbero sembrare brani provenienti da un lontano passato, mentre nelle successive Possessions e The story of Flying Robert è il jazz rock canterburiano di Caravan o Hatfield and the North a prevalere, grazie anche all’uso di fiati e vocalizzi. Caught Whithin The Light sembra un tipico brano degli Spock’s Beard, con pregi e difetti del caso, e su simili coordinate si mantengono anche la conclusiva Open book e la canonica lunga suite che dà il titolo all’album e che è posta direttamente in apertura di disco. A proposito di quest’ultima va detto che, sebbene non verrà ricordata tra le lunghe composizioni più belle ascrivibili al genere progressive, è tutto sommato ben realizzata e sufficientemente variegata, pur senza esagerare, da non annoiare nei suoi oltre venti minuti di durata: di questi tempi pregio da non sottovalutare e che contribuisce a innalzare questo lavoro ben oltre la linea della sufficienza.

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